Inaugurate Nuove Mostre

Inaugurate Nuove Mostre

Ieri, 14 dicembre c.a., a Palazzo Collicola sono state inaugurate le nuove mostre dal direttore dei Musei Civici di Spoleto Saverio Verini.

 

Il piano terra di Palazzo Collicola ospita Spazion , mostra personale dedicata all’artista umbro Nuvolo, a cura di Bruno Corà, Aldo Iori e Paolo Ascani. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con l’Associazione Archivio Nuvolo di Città di Castello, sottolinea la capacità di Nuvolo – all’anagrafe Giorgio Ascani (1926-2008) – di esplorare, attraverso la pittura, le diverse dimensioni dello spazio. Nel titolo della mostra, infatti, l’elevazione “alla ennesima” del termine “spazio” intende indicare la quantità di variazioni utilizzate dall’artista nelle sue opere, realizzate nel corso di una lunga carriera. L’esposizione offre al pubblico una visione d’insieme della produzione di Nuvolo, mettendo in luce la sua ricerca e la sua complessa identità artistica.

Nuvolo, all’anagrafe Giorgio Ascani, nasce nel 1926 a Città di Castello. Dopo la morte del padre nel 1943, inizia a lavorare per le Ferrovie e si unisce alle truppe partigiane. Nel 1950 si trasferisce a Roma, dove viene ospitato da Alberto Burri e inizia a realizzare opere in serigrafia. Conosce molti artisti importanti, tra cui Cagli, Capogrossi e Rotella, e inizia a esporre in gallerie romane e internazionali. Negli anni Sessanta lavora come serigrafista e inizia a insegnare negli Istituti d’Arte. Nel 1971 presenta una personale alla Galleria Lo Spazio di Roma, e negli anni successivi espone in numerose gallerie italiane e internazionali. Nel 1978 diventa docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Perugia e diventa direttore dal 1979 al 1984. Nel 1984 si trasferisce a Città di Castello, dove continua la sua attività artistica e di serigrafia. Nel 1993 gli viene dedicata una retrospettiva alla Rocca Paolina di Perugia, seguita da una mostra nel 2005 alla Pinacoteca di Città di Castello. Muore il 10 ottobre 2008. Dopo la sua morte, l’opera di Nuvolo è stata celebrata in numerose mostre, tra cui una a New York nel 2017 e una nel 2023 all’Accademia di Belle Arti di Perugia.

 

Il piano nobile di Palazzo Collicola accoglie Senza mai sfiorire. Densità e leggerezza nella scultura italiana contemporanea, mostra collettiva a cura del direttore dei Musei Civici di Spoleto, Saverio Verini. L’esposizione si inserisce in un filone di ricerca che, a partire dalla storica manifestazione Sculture nella città del 1962, a cura di Giovanni Carandente, ha visto Spoleto affermarsi come un imprescindibile punto di riferimento per la scultura contemporanea. Concentrandosi su una generazione di artisti nati negli anni Settanta, la mostra presenta al pubblico una selezione di opere che, attraverso l’esplorazione della materia e dello spazio, danno vita a un percorso espositivo capace di coniugare interpretazioni differenti del linguaggio scultoreo. L’allestimento, caratterizzato da un’opera per stanza, è pensato per valorizzare la singolarità di ogni lavoro e creare un dialogo intimo tra le opere e il Piano Nobile di Palazzo Collicola, sottolineando possibili corrispondenze tra i lavori degli artisti e gli ambienti che li accolgono. Il dato anagrafico, insieme alla riflessione sulla dimensione scultorea, non si configura come unico elemento distintivo.

Tutte le opere esposte, infatti, sembrano condividere una specifica tensione interna, come evidenzia il sottotitolo della mostra, “Densità e leggerezza nella scultura italiana contemporanea”: in ogni lavoro coesistono richiami alla tradizione ed elementi che sembrano contraddirla, senso di gravità e leggerezza, resistenza/durata e carattere effimero. Il progetto espositivo si pone in continuità con la mostra La sostanza agitata, ospitata nell’estate del 2023 al piano terra di Palazzo Collicola, che ha proposto un’indagine sulla scultura contemporanea in Italia attraverso le opere di artisti under 35. Senza mai sfiorire vede la partecipazione di: Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Micol Assaël, Francesco Barocco, Rossella Biscotti, Francesco Carone, Sara Enrico, Giovanni Kronenberg, Marzia Migliora, Fabrizio Prevedello, Giovanni Termini, Patrick Tuttofuoco.

Al Piano Nobile di Palazzo Collicola, nella stanza accanto alla Biblioteca Carandente, è stata allestita A Typical Afranio Thing! 1924 – 2024: omaggio all’artista a cento anni dalla nascita, mostra personale di Afranio Metelli (Campello sul Clitunno 1924 – Spoleto, 2011), curata da Serena Schioppa, in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios. La mostra intende celebrare il centenario della nascita dell’artista umbro, noto per il suo approccio eclettico difficilmente incasellabile. L’esposizione presenterà quattro cicli di opere, tutte incentrate sulla ripetizione degli stessi soggetti: autoritratti, nature morte, pugili e un “d’après” Balthus, una serie ispirata al celebre quadro dell’artista francese, Lezione di chitarra. Le piccole variazioni, che emergono in ogni ciclo di opere, creano un contrasto tra il familiare e l’ignoto, tra il quotidiano e l’eccezionale. Metelli manipola i diversi soggetti in modo quasi ossessivo, trasformandoli in un rito visivo che si ripete incessantemente. Sebbene all’apparenza semplici, le opere rivelano una trama complessa, fatta di sottili differenze che sembrano testimoniare una ricerca costante sulla possibilità di generare nuovi significati attraverso la ripetizione. La mostra è l’esito di una residenza svolta dalla curatrice presso lo studio e archivio Afranio Metelli grazie al supporto di Mahler & LeWitt Studios.

Afranio Metelli nasce a Campello sul Clitunno nel 1924. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Perugia, si trasferisce a Gualdo Tadino, città umbra in cui lavora come decoratore ceramico fino al 1952. Si sposta poi in Costa Azzurra, attratto dall’ambiente artistico di Vallauris, dove l’influenza di Picasso segna profondamente il suo stile. Nel 1954 è a Roma e, a partire dal 1960, inizia a sperimentare forme astratte, utilizzando tecniche e materiali innovativi. Dopo un periodo in Messico, in cui si concentra sulla riproduzione di immagini Maya, e una parentesi a Los Angeles, torna in Italia nel 1971, partecipando a numerose mostre. A partire dagli anni Ottanta espone in diverse gallerie, soprattutto in Umbria, e nel 1991-92 è presente alla mostra Open Mind di Sol LeWitt a Hartford. Metelli muore a Spoleto il 28 giugno 2011.

Read also x